mercoledì 2 dicembre 2015

La torta di melograno


Il frutto del melograno deriva dal nome latino "mela con i semi", e nasce in Asia. Tipico della stagione autunnale, ha tanti benefici. Poche calorie, ricco di antiossidanti, vitamine, sali minerali. Favorisce la diuresi e aiuta il sistema immunitario e l'apparato cardiovascolare.

giovedì 26 novembre 2015

Torta cannolo

 

Quando si parla di cannolo non si può non pensare alla nostra Sicilia. L'antica tradizione lo disegna come un dolce a forma di banana pieno di ricotta, mandorle e miele e gli dà natali nisseni. Durante le dominazioni arabe le prescelte si divertivano a ingraziarsi le doti dell'emiro e fecero un dolce a immagine e somiglianza del pendolo del loro amato per sottolinearne la parte più intima. Un dolce del caso o per caso, ma senza dubbi un piacere per il palato. 

martedì 22 settembre 2015

Torta con i fichi


Frutto dolce, estivo e del mese di Settembre. Delizioso al palato, in tutte le centinaia di varietà, la più comune "la Ficus carica". Diversi colori, dal giallo al nero, attraverso le sfumature del verde e tante forme.  

martedì 14 luglio 2015

Il Gelato


Se Eva avesse chiesto un gelato al posto della mela il destino del mondo sarebbe cambiato? Il serpente lecito che non conosce peccato. Sembra sia stato proprio Abramo nella Bibbia il primo uomo a mangiare il gelato. Tutta colpa di Isacco che gli offrì latte di capra mista a neve, così nacque il primo mangia e bevi della storia. La Sicilia ne vanta i natali ad opera degli  Arabi, che usarono la neve dell'Etna.  

martedì 30 giugno 2015

Le Paste Maria Stuarda



Crostatine in frolla con ripieno. Dolci tipici siciliani, "da stipu". Dolci da riposto, - se arriva qualcuno le offriamo, diceva mia nonna. Lei le teneva da parte conservate sopra la credenza, nella vetrina bianca di legno antico in arte povera. - Dice che se la deve prendere mia sorella. 

martedì 26 maggio 2015

Torta Kiwi



Buccia pelosa di colore marrone, polpa verde e tanti semini neri, sapore acidulo. Nato in Cina, il Kiwi è un frutto pieno di sali minerali, di vitamina C, E, fosforo, magnesio, potassio, calcio. Diuretico, contiene fibre. Se non volete che il bagno diventi la stanza in cui trascorrete più tempo non abusatene. Un kiwi in più toglie un rotolo di torno. Ricco di antiossidanti; previene influenze negative, raffreddori, malumori, anemie e astenie.
Si può ridurre a crema da spalmare sul viso e capelli, rinfrescante e astringente. Si usa in cucina per risotti, marmellate, macedonie, torte alla frutta e crostate.

venerdì 10 aprile 2015

Torta Primavera




Profumata   aromatica, frutta globosa  piccolina rosso intenso, siciliana come me!  La fragolina di bosco cresce spontanea  nelle macchie delle Madonie, sui Monti Nebrodi e sull’Etna, ma anche nelle valli di Ribera e Sciacca. Questi piccoli frutti, coltivati ancora oggi nell'Agrigentino, derivano da piantine portate in Sicilia dai soldati di ritorno dalla seconda guerra mondiale. Sono coltivati ai piedi di limoni, aranci e peschi che le proteggono dal caldo. È un frutto delicatissimo, basta un vento di scirocco per segnare la loro fine, secca e non cresce più nulla.
Si raccoglie a mano da Aprile a Maggio e va consumata entro due giorni. Le foglie e le radici usate per preparare tisane depuranti e diuretiche. Ricca di magnesio, ferro, potassio e vitamine. Occupa un posto importante in cucina: marmellate, sciroppi, gelati e gelatine.

giovedì 19 marzo 2015

Le sfinci di San Giuseppe

Che differenza ci sia tra una sfincia e una zeppola non lo so neanche io. So che nella Bibbia si parla di alieni, di fine del mondo e si parla di sfince. Da non confondere con la sfinge d'Egitto. Parlo delle sfinci dolci. Quelle di San Giuseppe anche se lui non lo sa. La vampa e le sfinci gli appartengono a sua insaputa. Gli arabi le chiamavano Sfang, ci mettevano il miele e ci hanno lasciato la ricetta; gli antichi romani le hanno chiamate sponghe. 

martedì 17 febbraio 2015

Torta con le mandorle


Nasce in Asia. La mandorla è un seme ricco di magnesio, ferro, calcio, vitamine e fibre. È considerata un frutto afrodisiaco per la forma che è associata alla fertilità. La mandorla è anche simbolo di prosperità: il confetto è unione delle due metà della mandorla tenute dallo zucchero, da qui l'usanza di regalare e mangiare confetti di mandorle durante le cerimonie (battesimi, nozze). In Svezia le mandorle sono protagoniste di una divertente tradizione: alla vigilia di Natale si prepara un dolce di riso con dentro una mandorla, chi lo troverà sarà il prossimo che si sposerà. La mandorla era ingrediente importante della pasticceria araba, ora siciliana; quelle amare si utilizzano per preparare gli amaretti. Il latte di mandorla è una bevanda dissetante, anche la granita. La Pasta reale è la regina tra i dolci a base di mandorla e prende la forma di frutta o verdura. Tritate nel Biancomangiare, anche in torroni, croccanti, biscotti.

martedì 3 febbraio 2015

Torta vegana all'arancia con glassa


L' arancia è un agrume d'oro, ricco di proprietà. Ha poteri antiossidanti e calmanti, favorisce la digestione, rafforza i capillari. È una bomba vitaminica e un killer per la cellulite. Nasce in Cina e viene portata in Sicilia dagli Arabi. Ci sono le bionde e le rosse, quelle da spremitura e quelle da tavola. In cucina è regina in piatti di carne o di pesce e nei dolci. Ottime le scorze candite.

giovedì 15 gennaio 2015

Torta cannolo


Quando si parla di cannolo non si può non pensare alla nostra Sicilia. L'antica tradizione lo disegna come un dolce a forma di banana pieno di ricotta, mandorle e miele e gli dà natali nisseni. Durante le dominazioni arabe le prescelte si divertivano a ingraziarsi le doti dell'emiro e fecero un dolce a immagine e somiglianza del pendolo del loro amato per sottolinearne la parte più intima. Un dolce del caso o per caso, ma senza dubbi un piacere per il palato. Altre fonti lo attribuiscono alle suore e lo definiscono un dolce profano per la sua forma palesemente allusiva e intrigante. In origine questo dolce veniva preparato in occasione del Carnevale, e il suo nome è legato alle canne di fiume a cui veniva arrotolata la cialda per dare la forma. Apprezzato da Cicerone, nel periodo in cui fu questore in Sicilia, lo definì un tubus farinarius dulcissimo. Un Anonimo siciliano riferitoci dal Pitrè cantò così: - Megghiu vuccuni a lu munnu 'un ci nn'è: Su biniditti spisi li dinari. Ognu cannolu è scettru d'ogni Re. Arrivinu li donni a disistari. Lu cannolu è la virga di Mosè! Oggi Caltanissetta è definita "la città del cannolo" che con la sua forma cilindrica esprime fecondità e piacere, avvicina forze benevole. A Piana degli Albanesi hanno superato il limite con il cannolo più lungo del mondo: 60 cm di diametro e lungo 6 metri. C'è chi vorrebbe cambiargli la forma in triangolare, chi gli cambia il ripieno: crema al caffè, alla cioccolata, crema all'arancia, chi lo riempie col gelato. C'è chi i cannoli li mette alle orecchie, ma il vero cannolo quello tradizionale vince il podio: resta una delle specialità più famose della pasticceria siciliana. Sapori e colori forti lo caratterizzano, profumo e consistenza fanno della crema ricotta una vera goduria! E come non godere di tale piacere!
Noi lo metteremo sopra una torta. Venite con me, facciamolo insieme. Montiamo solo i tuorli con lo zucchero, quattro paroline dolci basteranno. Aggiungiamo  la farina setacciata, sia quella per dolci che la fecola, poi lievito. Frustiamo. Poi gli albumi montati a neve - nelle notti di gelo o per 10 minuti circa nel congelatore. Me scoliamo. Prendiamo una teglia, dopo averla cosparsa di burro ed infarinata, versiamoci dentro il preparato. Mettiamo in forno per mezz'ora a 180 gradi. Lasciamo raffreddare il pan di spagna e ricopriamolo con la crema di ricotta ottenuta lavorando la ricotta con lo zucchero a velo. Aggiungiamo le gocce di cioccolato e una spolverata di cannella alla crema. Dopo aver spalmato la crema sulla superficie del dolce ricopriamola con le cialde di cannolo frantumate.
Concludiamo la torta cannolo o cannolo smontato con una spolverata di zucchero a velo, e due o tre piccoli cannoli al centro, un paio di ciliegine e qualche scorza d'arancia candita. Che straordinario capolavoro!


Lo spazio per un cannolo

Alcuni amici di Enna hanno programmato una missione gastro-spaziale: hanno lanciato un cannolo siciliano ai confini dello stratosfera che ha raggiunto i 30 mila metri di quota. Il cannolo è stato montato a bordo dell'astronave “Cannolo Transporter”, realizzata con materiali riciclati. È partito da Rocca di Cerere, il punto più alto di Enna, legato a un pallone sonda riempito di elio e un piccolo drone casalingo dotato di un gps e due telecamere per riprendere l'intera impresa; è atterrato a Bompietro  sulle montagne dell’entroterra palermitano.
I tre amici dopo alcuni imprevisti,  tipo l'incontro ravvicinato con un gruppo di pecore, hanno ritrovato il cannolo. È atterrato con un paracadute dopo l'esplosione del pallone, dovuta alla mancanza di pressione atmosferica. Felici per il successo della loro missione Sicilian Space Program, hanno brindato, però non hanno potuto mangiare il cannolo, dato che si trattava di un falso d'autore. (una riproduzione in materiale sintetico)

Ninà


Greetings from Sicily

Quando bussano alla porta, l’intera famiglia si dispone in ordine di altezza (che poi è pure l’ordine di età): a sinistra Michele, il capofamiglia, e accanto a lui prima la moglie, Rosaria (rinominata Sara o Saruzza per le amiche più in confidenza), e poi i due figli Calogero e Maria Rita, immobili proprio come gli aveva consigliato la madre – Sentite qua – aveva detto - stanno arrivando gli zii dall’America, la sorella di papà, Giovanna, e suo marito Santino, mi raccomando a come vi comportate che vi gonfio di legnate – e aveva accompagnato l’ultima parola con il gesto delle mani che tengono una palla, e i figli avevano annuito senza parlare. Bussano nuovamente alla porta, sono sicuramente loro, e Rosaria dà un’ultima occhiata all’intera famiglia per assicurarsi che tutto sia a posto, poi apre con un sorriso che sembra che i denti in bocca si siano moltiplicati, danno l’impressione di essere cinquanta, forse addirittura sessanta, e tutti lucidissimi – che il giorno prima era andata dall'igienista dentale per una pulizia completa. Il profumo di Giovanna inonda la casa in pochissimo tempo, mentre lei è ancora sull’uscio davanti a suo marito e alla figlia – Bongiooorno! – dice, con una “O” che dura qualche secondo in più rispetto alle altre lettere – Comu stati? Everything’s good? – e poi, seguita dalla sua famiglia, entra a braccia aperte per stringere a sé il fratello e la cognata (questa la stringe più forte per farle sentire bene il profumo che porta, per farglielo notare di più, e Saruzza trattiene il respiro mentre la abbraccia, quasi soffocata mentre affonda il volto in mezzo ai peli della pelliccia enorme di Giovanna); uno scambio veloce di saluti tra sorrisi e abbracci e poi Giovanna lascia entrare la figlia Stephanie, un caterpillar alto due metri e largo più della porta d’ingresso (per entrare deve ruotare leggermente il busto) e con un sorriso quasi dolce, stampato su un volto chiaro con occhi che descrivono due archi sopra il naso – chista – dice Giovanna – è cento per cento americana, io ce lo dissi di venire in Sicilia con noi che avrebbe fatto furore con tutti li masculi che ci sono here – sottolineando bene la parola inglese – peròpoor girl, mischinazza, non parla bene l’italiano e qua ce ne sono pochi picciotti che parlano l’americano -  poi si avvicina a Calogero e Maria Rita e, afferrando la testa di ognuno tra le sue mani piene di anelli, li bacia lasciando il segno del rossetto scuro che porta. Saruzza afferra Giovanna sotto braccio e dice – amunì, che ti faccio vedere la casa – e la porta in giro tra le stanze della sua abitazione mentre Michele prende Santino sottobraccio – amunì che ci fumiamo una sigaretta, quant’è che non ci vediamo? – e i due uomini si spostano fuori per parlare (secondo un ordine ben preciso) di case, lavoro, soldi e calcio. Rosaria mostra a Giovanna le stanze di casa sua – qua io e Michele ci volevamo fare la cucina ma poi abbiamo deciso per un altro bagno che non si sa mai, che poi i figli si fanno grandi, e sai come vanno queste cose – e intanto guarda Stephanie, che è ancora ferma sull’uscio, e pensa che la ragazza sia un po’ troppo grande, mentre Giovanna battezza ogni stanza con esclamazioni varie nate da un miscuglio non troppo riuscito di italiano, siciliano e americano – Oh my Goood! Che beddra questa room! Noi in America tenemu una very big house, avemu also una stanza per…come si dice in italiano guests…ah, ospiti! – facendo finta di dimenticare parole – mi devi scusare, Saruzza, certe volte mi scordo alcune parole in italiano, devo fare la traduzione velocemente e mi confondo – e intanto Rosaria pensa che la cognata l’italiano non l’ha mai saputo parlare, che quando è partita, dieci anni fa, parlava solo siciliano e ora si vuole sentire la milady moglie di un presidente americano che porta la pelliccia e che non sa parlare la sua lingua, ma tutto il paese lo sa che quand’era più piccola, Giovanna (che adesso si fa chiamare Joanne) era brutta come una verruca sotto il piede e grezza come un contadino dell’entroterra siciliano che non ha mai visto un telefono – adesso fa la “babbalucia arrinisciuta”,’sta cosa brutta che se non avesse avuto la fortuna e il coraggio di partire sarebbe rimasta qui a fare la donna delle pulizie - pensa Rosaria.


Tutti seduti a tavola: Sara e Michele raccontano di quanto siano bravi i loro figli a scuola, e Giovanna e Santino di quanto siano belle le città americane, i college, e di quanto sia diversa la vita negli USA – You have to believe me, Saruzza – dice Giovanna - non c’entra niente con qui. Quand’è che ci dovete venire a trovare? Che noi abbiamo una casa very big e vi possiamo ospitare, non vi dovete preoccupare di niente, solo il biglietto, e poi ci pensiamo noi. Lì è tutto un altro world, ti giri e vedi maxischermi everywhere, sempre con queste pubblicità: la Coca Cola, il servizio postale, MTV – e con l’ultima parola abbassa la voce e dice - che poi, dove abitiamo noi, ci abitano un sacco di star. L’altro day esco di casa, mi giro e sai a chi vedo? A chiddu, Michael, comu si chiama chiddu actor cu li capiddi blonde e tutto muscoloso che abita vicino da noi…Ah Brad Pitt! Un beddu picciottu, che io ci dissi a Stephanie: “amunì, fatti trovare fuori che magari chisto ti trova un bellu job nel cinema, ti porta a Hollywood” , ma quella non è che si smuove lu ass e si trova un bellu picciottu americano con i money – e sfrega le dita per indicare i soldi - pensa tutto il giorno a mangiare hot dog e ad ascoltare Britney Spears, che poi l’ho vista pure in un centro commerciale, a Britney, non è che sia così bella, la mia Stephanie è molto più…beautiful – e intanto pizzica il volto della figlia stringendo un po’ di grasso con le dita dalle unghie rosse, scuotendolo, ma Stephanie non se ne accorge nemmeno, intenta ad assaporare le ultime panelle del vassoio, quelle che stanno sempre sotto e prendono tutto l’olio delle altre, e Giovanna le dà uno schiaffo alla nuca esclamando – Are you still eating? You are getting fat, don’t you see? – e allora Stephanie posa sul piatto l’ultima panella e abbassa lo sguardo, poi Joanne si rivolge a Sara – Matri, Sarù, è da very long time che non venivo in Sicilia, e domani ripartiamo per l’America, ma ancora non ho mangiato neanche un cannolo, che a mia mi piacinu, I like, i cannoli, e ancora non ho avuto il time di andarmene a mangiare qualcuno – dice con la mano al petto. Rosaria tutta sorridente risponde – E che problema c’è? Io sono bravissima a cucinare, ma purtroppo non avevo la pasta per fare i cannoli e allora ho fatto questa torta che è quasi la stessa cosa: la torta al cannolo siciliano, senti ch’è buona! – e ne porge una fetta a Michele, che la passa a Joanne, che toglie via un po’ di crema di ricotta e la passa alla figlia (non prima di averle mandato una chiara minaccia con gli occhi) e Stephanie, ancora imbronciata e senza aver detto una parola per tutta la sera, s’illumina in volto quando si trova davanti il dolce e ne mangia immediatamente una fetta, tutta contenta; poi si ferma, deglutisce, fa una smorfia e dice – Mà, a mmia ‘sta torta un mi piaci, tuirnamunninni a ‘Mierica” – lasciando i presenti senza parole, mentre Calogero e Maria Rita se la ridono di gusto.

Federico Orlando